Il mercato immobiliare ha conosciuto per anni una situazione di stasi e la sua percezione ha portato ad ancora più difficoltà nelle transazioni commerciali riguardanti gli immobili. Di recente il mercato sta conoscendo una certa ripresa, tuttavia sono ancora molti gli immobili invenduti.

I motivi sono dovuti molto spesso a cause strutturali, come l’alta tassazione alla quale viene sottoposto il bene immobile acquistato, la difficoltà di accesso ai mutui e l’elevato tasso di disoccupazione. Tuttavia bisogna tenere a mente che le ragioni che determinano questa situazione sono numerose e molte diverse tra loro: infatti possono anche essere legate a errori commessi dagli stessi venditori.

In alcuni casi è perché i fabbricati non rispondono alle esigenze degli acquirenti oppure si rivolgono a un target sbagliato della clientela. In altre situazioni può accadere che l’immobile proposto sia fuori prezzo, cioè venga proposto sul mercato determinando l’importo di vendita in maniera errata oppure sproporzionata. Ad esempio non si effettua un confronto costruttivo con i prezzi medi degli immobili dello stesso tipo messi in vendita nella zona oppure si valuta maggiormente il valore affettivo della propria abitazione piuttosto che quello reale. In questo caso diventa necessario abbassare il prezzo richiesto in un secondo momento per rendere l’immobile più attraente agli occhi dei potenziali acquirenti.

Lo stesso avviene nel caso in cui l’annuncio di vendita non sia costruito in maniera attenta, se non si riesce a valorizzare in maniera adeguata gli ambienti oppure se le foto che accompagnano il testo sono poco professionali, buie e non adeguate al loro scopo, cioè attirare immediatamente l’interesse. In tutte queste circostanze si sono fatti errori che costano tempo e denaro in quanto è necessario abbassare il prezzo di vendita iniziale per suscitare l’attenzione dei potenziali acquirenti. Inoltre si è perso tempo prezioso che poteva essere sfruttato in maniera più proficua mettendo in atto la giusta strategia fin dall’inizio. Al tempo stesso bisogna ricordare che più un immobile rimane fermo sul mercato immobiliare e minori sono le possibilità che venga venduto. Infatti l’annuncio viene sorpassato dalle proposte più recenti e quindi si devono realizzare accorgimenti più o meno costosi per migliorare la visibilità del proprio immobile e suscitare nuovo interesse.

Di conseguenza si può dire che un immobile fermo sul mercato per un lungo periodo di tempo (2 anni o più) può perdere fino al 30% del proprio valore di vendita.

I problemi di maggiore entità riguardano le nuove costruzioni e le case che vengono messe in vendita sfitte o non abitate. In questo casi i costi di una mancata transazione commerciale positiva in tempi brevi sono più consistenti. Infatti l’immobile non solo non produce reddito, ma si trasforma in una voce di spesa rilevante. Innanzitutto bisogna tenere a mente che la tassazione sulla casa, le eventuali spese condominiali e le utenze (IMU e TASI) vengono a gravare sul proprietario, che quindi deve continuare a pagare le imposte sull’immobile finché non lo vende senza averne modo di fruirne oppure di trasformarlo in una fonte di reddito. Alle spese di gestione si devono aggiungere quelle riguardanti la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’unità immobiliare. Infatti un’abitazione o un locale di qualunque genere sfitto deve essere sottoposto periodicamente a interventi di pulizia e controlli per assicurarne la buona tenuta e il mantenimento nel corso del tempo. Ciò vale sia per gli ambienti interni che per quelli esterni, in modo particolare se il fabbricato è dotato di giardino. Lo stesso vale per le eventuali pertinenze.
In secondo luogo è bene tenere a mente che, nel caso in cui un’unità immobiliare rimanga a lungo sfitta perché resta invenduta per un notevole periodo di tempo, il proprietario deve affrontare anche le spese di manutenzione straordinaria degli ambienti. Infatti, se gli spazi abitativi non vengono vissuti, possono essere colpiti da degrado. Di conseguenza occorre mettere in conto le spese per riparazioni di impianti, infissi, superfici murarie e tetti, il cui importo in genere sale proporzionalmente con l’aumentare del tempo di permanenza sul mercato della casa.